martedì, novembre 07, 2006

Google batte la tv e sfida la carta stampata

La pubblicità si conferma la vera anima di Google, il motore che ha permesso all'astronave dei servizi web di sbarcare sulla terra ferma, e questa volta per restarci. In Gran Bretagna, Google da ieri ha sorpassato Channel Four nella raccolta pubblicitaria: 900 milioni di sterline contro 800 milioni.

Per la prima volta una società web, per quanto il termine possa suonare ridicolmente limitativo nel caso di BigG, supera un'emittente televisiva sul terreno che le è proprio: vendere un pubblico più o meno omogeneo a degli inserzionisti paganti. Nella storia dei media non era mai successo.

Dagli Stati Uniti, il boom della pubblicità online sbarca ora in Europa, attraverso la testa di ponte britannica e il confronto con la tv broadcasting non verte soltanto i numeri del fatturato ma la redditività. A tutto vantaggio del web.

Grazie alla diffusione delle connessioni veloci, l'interattività è diventata la chiave della pubblicità che sta abbandonando gradualmente banner e pop up per offrire filmati in streaming sempre più spettacolari, advergames, screensavers e icone per il messanger tematizzati. Ma, soprattutto, messaggi promozionali su misura delle reali necessità informative del navigatore.

Simbolicamente è il passaggio dalla "generazione MTv", che ha trasformato la televisione degli anni 80 e 90, alla "generazione YouTube", che scarica video creati o condivisi da altri utenti. Con decine di milioni di download al giorno, proprio YouTube offre oggi un modello alternativo al broadcast e al satellite e tra qualche anno potrà anche offrire anche una qualità paragonabile.

Se ne è accordo Murdoch, non poteva sfuggire proprio a Larry Page e Sergey Brin, che infatti si sono decisi ad acquistarlo (dopo aver inutilmente cercato di imitare). Ma Google non guarda solo al video ma anche alla carta stampata. Negli Stati Uniti la società di Mountain View ha cominciato ad offrire ai suoi clienti anche spazi pubblicitari su 50 quotidiani statunitensi.

Print Ads (si chiama cosi') per ora è solo un test ma chi acquista dei click sul web potrà adesso comprare anche spazi sul Washington Post o sul New York Times, caricando testi e immagini dell'annuncio direttamente dalla propria sezione AdWords. 'Ai clienti il servizio permette di accedere a una rete di quotidiani attraverso un sistema di interfaccia online già familiare e di raggiungere un nuovo pubblico', ha dichiarato il portavoce di Google Michael Mayzel. Per ora i quotidiani si riservano di approvare i contenuti delle inserzioni provenienti da Google ma se l'iniziativa avra' successo e' probabile dovranno abbassare le pretese e, soprattutto, le tariffe. In cambio di quella boccata di ossigeno di cui l'editoria tradizionale ha oggi, sempre più disperatamente, un gran bisogno.

Dalla newsletter Focus on Professional

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